La felice intuizione di “Ri/Costruire Kobane – La Casa delle Donne”, cantone della regione del Rojava, Kurdistan siriano, viene al alcune donne e uomini in Italia tra la fine del 2014 e inizi 2015, come espressione di solidarietà solidali con il popolo curdo, contro la barbarie terroristica di Daesh.
Il primo contatto avviene con il viaggio a Kobane che vede protagoniste alcune donne rappresentanti le associazioni romane di Ponte Donna e Lucha y Siesta, a fine febbraio 2015. L’obiettivo è conoscere attraverso testimonianze dirette, i bisogni e le priorità delle donne curde in una fase di emergenza.
Tra gli incontri più significativi spicca quello con le responsabili di Yekitiya Star, l’organizzazione femminile che gestiva la Casa delle Donne prima che venisse distrutta dai fondamentalisti del cosiddetto “Stato Islamico”. Altri, si sono avuti con le rappresentanze governative del Cantone e la Municipalità di Kobane.
Nasce da questi incontri, l’idea progettuale di ricostruzione della casa delle Donne a Kobane, presentata alla I° Conferenza «Reconstructing Kobanê», tenutasi a Dyarbakir (Turchia).
La Conferenza «Reconstructing Kobanê», vede al suo interno il Comitato per la ricostruzione di stanza a Kobane e il Comitato Europeo.
E’ essenziale sottolineare che la casa delle Donne è propedeutica ad una vera Accademia delle Donne che fondata sui dettami sanciti nella Carta Sociale del Rojova che fa dello sviluppo di pratiche democratiche, l’ecologia e la parità di genere i suoi pilastri portanti.
Per questa ragione riteniamo sia necessario dare enfasi allo sviluppo di un ambiente in cui le donne possano esprimere il loro massimo potenziale e condurre in modo confortevole, sicuro e dignitoso una vita socio culturale e prassi intellettuali all’insegna di questi principi.
Attraverso gli incontri preliminari sia in Rojova che in Europa l’idea progettuale ha preso progressivamente forma a seguito dell’intervento professionale di ingegneri ed architetti italiani ed inglesi.
Contemporaneamente alla progettazione della casa delle Donne nasce e si approfondisce sempre di più in Italia il confronto e il coinvolgimento della Chiesa Evangelica Valdese, alla ricerca di un contributo culturale, solidale, di testimonianza e di sostegno economico.
La Chiesa Evangelica Valdese, istituzione appartenente all’ambito del protestantesimo storico italiano, ha riconosciuto al progetto “Ri/Costruiamo Kobane – la Casa delle Donne”, 150 mila euro su un budget di spesa totale di 350 mila.
L’assunto è che Kobane sia di fatto divenuta un simbolo nel mondo e per questo vada sostenuta. Sulla via della libertà, del progresso, del rispetto dei diritti, dell’ecumenismo religioso, a partire dal concetto di pace e giustizia.
La Casa delle Donne di Kobane è pensata come un luogo d’incontri internazionali rivolto a tutte le donne del mondo, dove poter mettere in comune le idee, le pratiche agite nei vari paesi, fare impresa al femminile, sperimentare buone prassi di genere, migliorare la salute delle donne. Uno spazio privo di confini che progressivamente si trasformi in una vera e propria Accademia Internazionale dei diritti delle donne.
Dopo due anni di preparazione siamo giunti al giorno zero, l’inizio dei lavori con il trasferimento della prima tranche di risorse economiche.
Abbiamo un sito www.pontedonna.org/kobane ed una pagina facebook PonteDonna Kobane per pubblicizzare, documentare, diffondere, raccontare e raccogliere donazioni.
Abbiamo messo a punto al meglio delle nostre possibilità una macchina non semplice da gestire per la complessità di implicazioni politiche, operative, amministrative: si opera in una zona di guerra.
Ringraziamo il nostro partner Koerdisch Instituut di Bruxelles per il supporto logistico e amministrativo, UIKI (Ufficio Informazione Kurdistan in Italia) per il supporto politico, i Comitati per la ricostruzione del Rojava di stanza a Kobane ed in Europa e il nostro partner Lucha Y Siesta.
Inizia la grande avventura, la realizzazione di un progetto dalle grandi implicazioni politiche, culturali ed umane al pari dell’entusiasmo e delle aspettative che attorno a questo progetto hanno investito gli uomini e le donne che hanno creduto possibile e realizzabile quello che appariva solo un sogno.